MUSEO DELL'EDUCAZIONE

Nella casa: giocattoli, arredi, abbigliamento

 

La collezione di giocattoli è molto significativa e consistente. Essa comprende pezzi capaci di documentare le attività ludiche sia maschili che femminili dal secondo Ottocento a tutto il Novecento. Alcuni di essi sono di grande pregio, o per la loro rarità o perché prodotti autonomamente dalle famiglie o perché particolarmente capaci di testimoniare il legame tra il semplice manufatto per l’infanzia e la cultura di un determinato periodo.
Tra questi ultimi va inserita la bambola “moretta” prodotta in Germania alla fine dell'Ottocento, quando le imprese coloniali da un lato, il nuovo gusto per i viaggi dall’altro, svilupparono interesse e curiosità verso i paesi lontani.
Tra i giocattoli di produzione domestica si segnalano il triciclo realizzato da uno zio, il teatrino che appartenne a Miriam ed Eugenio Donadoni, ma anche la semplice barca col foglio di giornale, le automobiline di legno e tanti altri pezzi unici e curiosi.

La collezione di arredi domestici vanta pochi pezzi ma tutti di grande qualità:
- lo studio di Giovanni e Stefania Omboni, rispettivamente docente dell’Ateneo e filantropa illuminata;
- il “banco ad uso famiglia”, interessante testimonianza di un periodo – l’età giolittiana – in cui le istanze dei medici igienisti influenzarono anche gli arredi domestici destinati agli scolari;
- i cinque pezzi del salottino per bambini, rara produzione risalente agli anni Trenta.
La collezione dedicata all’abbigliamento comprende, tra l’altro, numerosi abiti per la Prima Comunione, grembiuli, fasce e vestitini da neonato, abiti per il carnevale, cappelli universitari e una toga accademica.