Museo di Geografia

Strumenti per la ricerca sul campo

 

Nati per assicurare un’adeguata formazione agli insegnanti, gli istituti universitari di geografia divennero, man mano che la disciplina acquisiva autorità tra le scienze positive, anche centri di ricerca dotati di corredi strumentali.

Purtroppo, il loro impiego continuato e in esterni ha esposto gli strumenti a guasti e rotture; nel caso padovano, inoltre, quelli del glorioso Istituto di Geografia fisica passarono interamente, nel 1942, a quello di Geodesia e geofisica: il Museo conserva solo una livella di Abney e un microscopio tascabile.

Tutto ciò, insieme al progressivo incremento dei filoni d’indagine e degli studiosi (anche per il trasferimento a Padova del Centro Studi per la Geografia Fisica), spiega come nella collezione strumentale del Museo prevalga la componente successiva alla Seconda Guerra Mondiale. Essa conta circa 150 pezzi, legati a vari ambiti di ricerca. Volendone ricordare alcuni nuclei, citiamo senz’altro l’equipaggiamento topografico ed alpinistico legato alla Spedizione De Agostini e gli strumenti meteorologici, il cui uso spaziò dagli studi costieri al monitoraggio dei ghiacciai. Alla glaciologia si ricollega un ulteriore gruppo, che vide spesso i geografi di Padova inclusi anche nelle fasi di collaudo, come per le bilance pesaneve. Importante è anche la collezione di apparecchi fotografici, con pezzi databili dal 1914, a testimoniare l’imprescindibile ruolo della fotografia nella ricerca geografica.