Museo di Scienze Archeologiche e d'Arte
Collezione litologica
Tra le recenti acquisizioni del museo vi è una collezione di campioni di marmi bianchi e colorati usati in età classica sia per statuaria sia per decorazione architettonica. La collezione, composta da un’ottantina di pezzi, è stata donata nel 2008 dal prof. Lorenzo Lazzarini, già professore ordinario di Petrografia applicata dello IUAV di Venezia e direttore del L.A.M.A (laboratorio di analisi dei marmi antichi), che ha raccolto, nel corso degli anni, i materiali direttamente dalle cave antiche o in cave moderne situate nelle aree di quelle antiche.
I campioni provengono da una cinquantina di cave distribuite lungo tutto l’arco del Mediterraneo (Asia Minore, Egitto, Nord Africa, Spagna, Francia, Italia, Grecia) e vi sono comprese rocce molto varie per origine e composizione chimica: non solo metamorfiche ma anche magmatiche e sedimentarie.
Quando si parla di Marmi, in questo contesto, si intende qualsiasi roccia suscettibile di diventare lucida mediante levigatura, il termine di marmo è usato secondo la sua accezione antica e non con il significato strettamente scientifico che gli è stato attribuito in petrografia.
Durante il periodo imperiale a Roma era altissimo l’interesse per i marmi policromi ed ogni provincia forniva il suo contributo in questo settore del mercato “di lusso”, anche i prezzi, quindi, potevano arrivare alle stelle. Nei periodi successivi gli stessi marmi vennero reimpiegati per la costruzione di nuovi edifici saccheggiando quelli classici.
Le articolate vicissitudini storiche e le carenze scientifiche nell’individuazione dei litotipi hanno portato ad una gran varietà e imprecisione nella nomenclatura, con il risultato di avere nomi diversi per lo stesso marmo e talvolta anche il contrario. È facilmente immaginabile la confusione che ne deriva e l’utilità per archeologi, restauratori e studiosi in genere di poter disporre di una collezione di esemplari di riferimento significativi e classificati. Per l’identificazione del litotipo, nel caso dei marmi colorati, è talvolta sufficiente il semplice esame macroscopico, facilitato dalla possibilità di confronto con il campione.
La collezione occupa il lato sud della gipsoteca ed ha trovato la sua sistemazione ottimale, quanto ad illuminazione naturale diretta, all’interno di una parete attrezzata che svolge la doppia funzione di vetrina espositiva e separatore tra l’area della gipsoteca, con i suoi suggestivi chiaroscuri creati da una luce radente sempre indiretta, e un luminoso corridoio di servizio che corre lungo il lato sud.
[L.M.]