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Telegrafi, ponti e velocipedi

Gli artigiani della scienza nella Padova dell’Ottocento

 

La difficile situazione che stiamo vivendo ormai da diverse settimane ci ha costretti a sospendere i consueti appuntamenti del wellCAM, le conferenze che il venerdì pomeriggio ci vedono tutti assieme negli ambienti di Palazzo Cavalli, un'occasione per conoscere il nostro pubblico e raccontare le storie delle nostre collezioni e delle figure di scienziati e ricercatori che quegli oggetti hanno raccolto e studiato.
Ma noi non ci arrendiamo! Visto il perdurare della chiusura, spostiamo i nostri incontri online: dal 17 aprile al 5 giugno l'appuntamento con tutti è per il venerdì pomeriggio, alle 16.00, con "wellCAM_live - i musei si raccontano online" sui nostri canali Zoom.

Venerdì 29 maggio Fanny Marcon del Museo di Storia della Fisica illustra pagine inedite della Padova ottocentesca attraverso le storie degli “artigiani della scienza”, che realizzarono i preziosi strumenti scientifici oggi conservati al museo, alla Specola e presso vari dipartimenti dell’Ateneo.
Numerosi strumenti ottocenteschi sono conservati non solo al Museo di Storia della Fisica e alla Specola di Padova, ma anche presso vari dipartimenti dell’ateneo patavino. Spesso raffinatissimi, questi strumenti venivano utilizzati dai docenti per la ricerca e la didattica delle varie discipline: livelle, compassi, tavolette pretoriane e teodoliti provengono ad esempio dal Gabinetto di Topografia e Geodesia, creato nel 1837, e sono oggi conservati presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale; compassi e orologi solari sono conservati presso il Dipartimento di Matematica, mentre una ricca raccolta di strumenti elettrici e modelli è custodita presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale.
I reperti recano incisi i nomi dei più importanti costruttori di strumenti scientifici d’Europa, ma anche nomi meno noti quali Giovan Battista Rodella, Giuseppe Stefani, Paolo Rocchetti, Valentino Strapazzon, Sante Mioni: nomi che sarebbero caduti nell’oblio, se non fosse proprio per la pregiata strumentazione che hanno costruito. Un elaborato livello a cannocchiale venne ad esempio realizzato da tale Giuseppe Montan per il ben noto Giuseppe Jappelli.
Ma chi erano questi “artigiani della scienza”? Per chi lavoravano e in quali condizioni? Le storie che sono emerse dalle ricerche svolte negli ultimi mesi ci sveleranno pagine inedite della Padova ottocentesca.


Profilo del relatore
Fanny Marcon è attualmente assegnista di ricerca presso il Centro di Ateneo per i Musei dell’Università degli Studi di Padova, dove si occupa dello studio e della catalogazione delle “Scattered Collections”, le collezioni di carattere scientifico-tecnologico conservate in vari Dipartimenti dell’Università. Sta concludendo il corso di dottorato in «Savoirs, Sciences, Education» presso l’Université Paris Diderot con un progetto di ricerca dal titolo La physique dans la région de la Vénétie au XIXème siècle : circulation des connaissances et des pratiques scientifiques.

 

Fanny Marcon, Telegrafi, ponti e velocipedi: gli artigiani della scienza nella Padova dell’Ottocento

• venerdì 29 maggio, ore 16.00

Zoom Meeting ID 925 2695 1543
https://unipd.zoom.us/j/92526951543

 

Scarica la locandina

 

La conferenza fa parte del ciclo di eventi “wellCAM_live - i musei si raccontano online”: scopri gli altri appuntamenti