storia
L'inaugurazione
"Sappiamo di non errare affermando che oggi dedichiamo a Galileo Galilei il miglior monumento che gli si poteva erigere nel terzo centenario della morte".
Così ha inizio il discorso ufficiale del Magnifico Rettore dell'Università di Padova Carlo Anti quando, il 27 maggio 1942, ebbe luogo l'inaugurazione dell'Osservatorio Astrofisico di Asiago, dotato allora del più potente e moderno telescopio d'Europa. Anti ebbe un ruolo di primaria importanza nella creazione dell'Osservatorio di Asiago, e non a caso egli affermò:
"Devo confessarvi che questo Osservatorio che ho la gioia di veder finito, forse perchè destinato a servire la più pura delle scienze è l'opera che più ho vagheggiato e della quale, perdonatemi l'affermazione audace, vado superbo"
Francesco Zagar, astronomo all'Osservatorio di Loiano, che in prima persona seguì la costruzione del telescopio ed in particolare del suo spettrografo, ricordò nella sua allocuzione il felice incontro "dei due maggiori artefici di questa realizzazione ... il Magnifico Rettore Carlo Anti ed il nostro impareggiabile maestro Giovanni Silva i quali hanno saputo creare un istituto che segnerà una tappa durevole nel cammino scientifico".
E' durante l'inaugurazione che l'Osservatorio venne consegnato dal Magnifico Rettore al Direttore, Giovanni Silva. Nel clima autarchico promosso dal governo fascista di quegli anni, la costruzione di un grande telescopio senza l'aiuto tecnologico e la consulenza scientifica straniera doveva dimostrare la vivacità della cultura italiana e la sua capacità nel produrre tecnologia di alta qualità. Questo è ampiamente enfatizzato nel discorso ufficiale di Silva:
Il saluto finale
"Una costruzione di tal genere, fatta senza che altre analoghe di minori dimensioni fossero state eseguite in precedenza, non copiata da costruzioni straniere, ma studiata ex-novo, è una tipica affermazione di quanto possa fare la genialità italiana".e ancora:"Oggi, inaugurandosi questo Osservatorio con il suo poderoso telescopio, possiamo dire raggiunto anche lo scopo nazionale che era nei nostri propositi: quello di affermare davanti al mondo la potenzialità tecnica che nel clima fascista ha saputo raggiungere l'industria italiana".
La tragedia della seconda guerra mondiale, già in atto, viene ricordata solo incidentalmente nei discorsi ufficiali. Carlo Anti parla di una "opera di scienza e di pace tra il fragore di una guerra immane", mentre Giovanni Silva ricorda "le difficili condizioni in cui l'Italia si è trovata in questi ultimi anni, che richiedevano a tutte le industrie nostre i maggiori sforzi per la preparazione bellica".
Ed il fatto che anche le Officine Galileo avessero in quel momento come priorità la produzione di strumenti di guerra, è sottolineato, con la retorica propria di quegli anni, dal rappresentante delle Officine Galileo, Cussini:
Il discorso di Cussini
"... ritorniamo, senza sostare, alle nostre macchine nelle nostre Officine per intensificare la produzione di quegli altri strumenti ottici che sono mezzi necessari per il raggiungimento dell'altra, più grande ed immancabile, vittoria. E, come sempre, Vinceremo!"
In realtà l'Italia, in difficili condizioni economiche già negli anni della costruzione del telescopio, uscì disastrosamente dalla guerra e dalla precedente autarchia. Fu dopo la cessazione del conflitto mondiale che cominciò la lenta ripresa di tutte le normali attività, comprese quelle scientifiche. Anche l'attività dell'Osservatorio di Asiago iniziò ufficialmente nel 1947, con il finanziamento del ricostituito Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Solo allora il telescopio divenne davvero, come auspicato da Zagar, "un faro di progresso e di civiltà nel mondo".