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Una mostra interdisciplinare e accessibile

“Modelli. Il sapere in 3 dimensioni”

 

Dalla statua della Nike di Samotracia al busto di Afrodite, dai modelli matematici a quelli di ponti, gru e dighe. E ancora, dai modelli di fiori, funghi e minerali a quelli dei foraminiferi, microfossili di protozoi marini dalle dimensioni infinitesimali, fino ai crani frenologici e molto altro.
La mostra “Modelli. Il sapere in 3 dimensioni”, inaugurata a maggio presso il Museo Giovanni Poleni e aperta fino al 3 maggio 2026, accompagna le visitatrici e i visitatori in un avvincente viaggio attraverso le diverse discipline scientifiche e umanistiche.
I reperti della mostra sono modelli tridimensionali usati in numerose discipline, scientifiche e umanistiche, a scopo didattico e di ricerca.


Il progetto

L’esposizione nasce nell’ambito dell’omonimo progetto, finanziato dal bando dell’Università degli Studi di Padova per promuovere i progetti di Terza Missione e Scienza Aperta e proposto dal Dipartimento di Fisica e Astronomia, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale, il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, e il Centro di Ateneo per i Musei, con il sostegno di numerosi partner esterni.


Modelli, una pratica dalle origini antiche

L’uso dei modelli come modalità di conoscere la realtà e trasmettere la conoscenza ha una storia millenaria. I primi risalgono al mondo arabo e ai tempi dell’antica Grecia: sono astrolabi e sfere armillari che venivano utilizzati per riprodurre l’universo. Famoso è il modello di Anticitera, una ricostruzione dell’universo usata per simulare la posizione degli astri, datato tra il secondo e il primo secolo a.C. e scoperto in un relitto navale vicino all’isola da cui prende il nome.
A partire dal Settecento l’uso dei modelli si diffonde nelle università come strumento a supporto della ricerca e della didattica nelle diverse discipline, sia scientifiche che artistico-letterarie e storiche, per poi consolidarsi nell’Ottocento: i modelli possono rappresentare gli elementi più svariati: statue, vegetali, animali, fossili, organi corporei, opere architettoniche. Tutto può essere modellizzato.


Tra ricerca e didattica

I modelli possono rappresentare un punto di partenza nel processo di costruzione del sapere, come nel caso della riproduzione del pianeta Terra che, circondata da un filo attraversato dalla corrente elettrica, genera un campo magnetico, modello che veniva usato per spiegare il campo magnetico terrestre.
Ma essi possono anche costituire un punto di arrivo nel processo conoscitivo, come il battipalo di Terracina, riproduzione di una costruzione già esistente, realizzata da Poleni per spiegare le leggi della fisica ai suoi studenti.
A volte lo scopo didattico e di ricerca coesistono: i modelli di foraminiferi, ad esempio, nell’Ottocento erano utilizzati sia come supporto nell’insegnamento, sia nell’ambito della ricerca, alla stregua di vere e proprie pubblicazioni scientifiche.


La mostra

La mostra inizia con un metaforico salto a ritroso nel tempo: il meraviglioso modello della Nike di Samotracia, il fiero busto di Afrodite e i lussuosi capitelli proiettano i visitatori ai tempi della Magna Grecia e dell’antica Roma.
Dall’archeologia si continua il viaggio nelle discipline scientifiche, dove coloratissimi modelli aiutano a dipanare le formule e i concetti astratti della matematica o a comprendere meglio la struttura dei minerali e della flora – modelli di fiori e funghi – o l’anatomia e la fisiologia animale e umana – crani frenologici umani e di vertebrati, un cuore anatomico umano –, per poi raggiungere i modelli ingranditi dei foraminiferi, altrimenti invisibili all’occhio umano.
Non potevano mancare le riproduzioni di importanti infrastrutture, come il ponte del Bassanello e altri ponti in metallo, e di grandi macchine e veicoli del passato, quali una gru, una ruota idraulica o la riproduzione ottocentesca di una macchina a vapore pensata per la manifattura dei tabacchi di Venezia e un modello di carrozza, custodito in una teca.
Alla varietà delle riproduzioni e dei loro colori si aggiunge la molteplicità dei materiali con cui venivano costruite: dalla cartapesta usata per i fiori ai fili di cotone impiegati per creare i modelli matematici, fino alla creta e alla cera, di cui sono composti i modelli di funghi e molti altri materiali ancora.
“L’obiettivo della mostra è mettere in luce un tipo di oggetti che viene spesso trascurato. Quando si pensa a come viene costruito il sapere, a come si fa ricerca, a come si trasmette il sapere e si diffonde la conoscenza, a come si insegna, si pensa ai libri, ai disegni e alle illustrazioni come principali veicoli di produzione e diffusione del sapere. I modelli sono spesso dimenticati, quindi abbiamo voluto mettere in luce questi oggetti tridimensionali, che sono cruciali nella produzione e nella trasmissione del sapere” racconta Sofia Talas, conservatrice del Museo Giovanni Poleni. E continua “Possono essere veicolo delle ricerche di punta o oggetti di insegnamento e di formazione fondamentali che raccontano le varie epoche, la storia delle università in generale e dell’Università di Padova, perché tutti gli oggetti che sono in mostra provengono dal Museo Poleni ma anche da altri Musei e collezioni dell’Università”.


Il sapere in tutte le dimensioni

“Modelli. Il sapere in 3 dimensioni” è una mostra che vuole raggiungere tanti pubblici differenti.
L’esposizione è infatti fruibile anche visitando il sito itinerariaccessibili.com, progettato appositamente per poter essere visitato da persone con diverse tipologie di esigenze, tramite una serie di supporti e ausili che permettono di apprezzare e godere la visita in base alla propria preparazione, alla propria curiosità e alle proprie capacità, anche fisiche e intellettive.
Testi di approfondimento in italiano, inglese, e molte altre lingue chiari e semplici, audiodescrizioni disponibili per tutti i visitatori, video in LIS, guide "easy to read", in Comunicazione Aumentativa Alternativa e storie sociali: un sito appositamente messo a punto secondo i principi del design for all, che risponde a tutti i criteri dell'accessibilità e raccoglie per ogni sezione tutti i materiali utili a qualunque visitatore per comprendere e approfondire il racconto della mostra.
Un’accessibilità a 360 gradi, elemento fortemente innovativo nelle esposizioni temporanee.

 

Un lavoro corale

L’obiettivo di incrementare l’accessibilità dell’esposizione è stato raggiunto grazie alla collaborazione tra il gruppo Accessibilità e Inclusione del CAM, il personale museale e diversi attori sociali impegnati nella promozione dei diritti delle persone con disabilità. Nello specifico l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) ha supportato e supervisionato il personale del CAM nelle audiodescrizioni e nella preparazione del materiale tattile disponibile in mostra. I video in LIS e con i sottotitoli sono stati realizzati da Lucia Maran, collega dell’Università in forza al CAM, con la supervisione dell’Ente Nazionale Sordi (ENS), mentre i materiali di supporto per le visitatrici e i visitatori con disabilità cognitiva sono stati costruiti con il supporto di Ludovico Lancia, scrittore con disturbo dell spettro autistico che sta svolgendo un tirocinio presso il CAM.
“È stato un lavoro corale: sono state tante le persone coinvolte ed è stata valorizzata la competenza di ciascuno.” – spiega Elena Santi, referente del gruppo Accessibilità e Inclusione del CAM – “E poi quello che dà valore a questo percorso è il fatto che è stato realizzato in casa e quindi con costi limitati. Il messaggio che vogliamo dare è: l’accessibilità non è necessariamente legata a grossi interventi costosi e che stravolgono una struttura, ma ad accorgimenti che vengono messi in atto, possibilmente in fase di progettazione dell’evento e permettono la fruibilità della mostra da parte del più vasto pubblico possibile”.
L’obiettivo è stato quello di offrire un’accessibilità a tutto campo, anche sotto il profilo linguistico.
Tutti i contenuti sono stati tradotti in inglese e, nell’ambito della collaborazione già esistente tra il Museo Poleni e il mondo islamico, ci sarà la possibilità di creare contenuti in diverse lingue.


Cultura accessibile, un obiettivo alla portata di tutti

Con la mostra Modelli l’Università di Padova racconta l’importanza dei modelli come strumento di ricerca, apprendimento e comunicazione del sapere e sottolinea con forza che rendere la cultura accessibile, diritto inalienabile sancito dalla Convenzione ONU sulle persone con disabilità, è un obiettivo che può e deve essere alla portata di tutte le istituzioni che producono e diffondono conoscenza.

 

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