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Gli animali stregati del museo di Zoologia di Padova

un museo da brividi


di Anna Giulia Pernigo

Il mese di ottobre porta con sé un’atmosfera magica e spaventosa, grazie all’arrivo dell’autunno con i suoi colori ma soprattutto grazie all’attesa per il giorno di Halloween. Gli animali cominciano ad andare in letargo mentre si risvegliano le leggende che li hanno come protagonisti. Alcuni di essi hanno suscitato da sempre una grande curiosità da parte dell’uomo e si è creato un forte legame con la simbologia, perpetrato da leggende, favole e miti. Sicuramente nell’immaginario comune i personaggi che più spesso sono accompagnati da animali sono streghe e stregoni, i quali vengono raffigurati con gatti neri, gufi, lupi e corvi, ritenuti loro grandi amici e fidate guide. Non meno importanti sono ragni, scorpioni, ratti e rospi, utilissimi per comporre potenti pozioni e incantesimi. Dunque come festeggiare al meglio Halloween se non raccontandovi di queste creature misteriose, che il Museo di Zoologia ha nelle sue sale e nei suoi magazzini? E naturalmente, in attesa che il museo riapra, vi mostreremo anche alcune foto da brividi.

Il primo animale di cui vi parleremo sarà il ratto, di cui in foto (Fig.1) potete vede lo scheletro, con un particolare del teschio (Fig.2). Il ratto è un mammifero roditore ed appartiene alla famiglia dei Muridi, essi sono originari dell’Europa e dell’Asia ma sono ora diffusi in tutto il mondo. La loro caratteristica coda, priva di pelo,ci ricorda i rettili ed è lunga quanto il resto del corpo che, da solo, può misurare dai 15 ai 30 cm. Sono loro i responsabili delle terribili epidemie di peste, infatti trasportarono e trasmisero all’uomo la pulce portatrice del batterio responsabile di questa malattia. Sono inoltre capaci di creare gravi danni all’agricoltura, trafugando e divorando il raccolto.
Utilizzato dalle streghe sia come ingrediente da aggiungere al calderone che come animaletto da compagnia si distingue per la sua lunghissima coda, i forti denti e per la sua capacità di intrufolarsi in ogni pertugio per origliare, disturbare i dormienti e per compiere le sue malefatte.



Fig.1 Scheletro di ratto (Rattus norvegicus) conservato al Museo di Zoologia di Padova

 


Fig.2 Particolare di teschio di ratto (Rattus norvegicus) conservato al Museo di Zoologia

 


Nella prossima foto (Fig.3) lo vedremo accompagnato da due aracnidi che rientrano nella lista degli ingredienti delle pozioni delle streghe ovvero tarantole e scorpioni.



Fig.3 Tarantole (sinistra), scorpioni (destra), scheletro di ratto (centro) conservati al Museo di Zoologia di Padova.


La tarantola di cui vi parleremo è tipica del centro del Sud America e a sud del Nord America, ma altre si possono trovare in Dalmazia, Spagna, Marocco e Italia meridionale. Esse possono misurare anche più di 3 cm di lunghezza, hanno otto lunghe zampe, robuste e pelose e possono assumere vari colori, che vanno dal grigio variegato di nero al rosso aranciato, come quella che possiamo vedere nella foto (Fig.4). Come gli altri artropodi, durante la crescita, devono periodicamente sostituire il loro esoscheletro, da cui fuoriescono abbandonandolo, per crearne uno più grande. Nel caso avessero perso una zampetta riescono a ricrearla durante questo processo detto di muta. Il loro morso è velenoso e tradizionalmente, secondo leggende popolari, si attribuisce al loro veleno la capacità di rendere pazze le persone. Per questo motivo esiste il modo di dire “essere morso dalla tarantola” riferita a persona che si dimostra nervosa o che reagisce in modo aggressivo senza motivo. Forse è proprio per questo che le streghe utilizzavano questi ragni nei loro intrugli magici? Voi che ne pensate?



Fig.4 Tarantola (Brachipelma) conservata al Museo di Zoologia

Proseguiamo ora parlando degli scorpioni, temibili abitanti dei deserti e non solo, infatti si possono trovare anche in alcune zone temperate. Hanno un esoscheletro molto resistente, otto zampe, due potenti chele, che gli permettono di catturare gli insetti di cui si nutrono, e una coda, la cui estremità è provvista di ghiandole velenifere. Il veleno che queste ghiandole secernono può essere letale per l’uomo ma solo nelle specie di alcune zone tropicali. Questi aracnidi si spostano prevalentemente di notte per cacciare le loro prede, forse è per questo motivo che le streghe riescono facilmente a trovarli durante i loro giretti notturni per case e boschi.

 


Fig.5 Coppia di scorpioni conservati al Museo di Zoologia di Padova

 

Ma non solo lo scorpione ama girovagare la notte. Un suo compagno notturno è sicuramente il pipistrello, passato alla leggenda grazie ai vampiri e alla loro capacità di trasformarsi in questi mammiferi alati.
I pipistrelli possono comunicare tra di loro e “sentire” gli ostacoli tramite gli ultrasuoni, una tipologia di onda sonora che noi non riusciamo a sentire e che utilizzano come un radar. Al contrario di come si potrebbe pensare i pipistrelli mangiano di tutto, anche moltissima frutta, solamente i Desmodontidi chiamati anche “pipistrelli vampiri” si nutrono del sangue delle loro prede.
Quello che vi mostreremo in foto (Fig.6) ha il nome di “Vampyrum spectrum” ma, a discapito del nome e dall’aspetto spaventoso, esso non si nutre di sangue, pur essendo carnivoro.


Fig.6 Pipistrello (Vampyrum spectrum) tassidermizzato conservato al Museo di Zoologia di Padova

 

Passiamo ora ad un altro animale stregato, un abitante di stagni e di pozzi, vittima di un incantesimo che solo un bacio può spezzare. Avete capito di chi stiamo parlando? Ebbene sì, proprio del rospo. La leggenda vuole che egli fosse un bellissimo principe, trasformato dalle streghe in un ranocchio in attesa del bacio del vero amore per tornare quello di un tempo. Per il momento si ritrova nel goffo corpicino da anfibio del Rospo comune. Questo animale è molto diffuso e si può incontrare in tutta l'Europa e oltre, ad eccezione della Scandinavia e delle isole. La colorazione della pelle, la quale è priva di peli, cambia, variando dal giallo al marrone scuro, secondo vari fattori tra cui il susseguirsi delle stagioni, le varie fasi della muta e la durata della permanenza in acqua. I rospi più giovani sono spesso rossastri. Possiede delle ghiandole che, in caso di pericolo, possono secernere un liquido vischioso tossico, in grado di provocare forti ulcerazioni alle mucose dei suoi aggressori, tra cui l’uomo.
Simili a quest’ultimo sono le rane, apprezzate anche loro da streghe e maghi. Possiamo vederne un esempio nella prossima foto (Fig. 7). Le rane sono anfibi proprio come i rospi ma esse sono solitamente più snelle e più lisce al tatto, inoltre mentre i primi si spostano generalmente camminando le rane sono abili saltatrici. Entrambi questi animali hanno una capacità speciale, possono respirare anche tramite la pelle, che è in grado di assorbire l’ossigeno contenuto nell’acqua.



Fig.7 Rana tassidermizzata e conservata al Museo di Zoologia di Padova


Per concludere vi parleremo di un animaletto strisciante apprezzato dalle streghe soprattutto per le uova, di cui sono ghiotte, il serpente! Questo rettile è distinto per la sua forma longilinea e l’assenza di arti, infatti striscia grazie ai suoi muscoli addominali, ha sangue freddo e il corpo è coperto di squame. Tra i serpenti più grandi del mondo troviamo il Pitone reticolato, tipico dell’Asia sud-orientale, che può raggiungere una lunghezza anche superiore ai 7 metri. Alcuni serpenti sono innocui ma si deve comunque prestare molta attenzione quando se ne incontra uno poiché altri sono molto velenosi. Ne è un esempio la “Vipera della morte”, tipica di Australia e Oceania, il cui veleno crea una paralisi totale di arti e organi vitali.


Fig.8 Serpente giovane (Cryptelytrops albolabris) tassidermizzato e conservato al
Museo di Zoologia di Padova

 

Ora che vi abbiamo raccontato alcune cose di queste creature vorremmo farvi alcune domande: quali, tra gli ingredienti, scegliereste per comporre la vostra pozione magica e cos’altro aggiungereste? Quali poteri avrebbe? Prova a disegnare la boccetta o il calderone che la contiene!


La ricetta che noi proponiamo è:
• Un cucchiaino di polvere di denti di ratto
• Un rametto di rosmarino
• Una zampa di rana
• Quattro ali di pipistrello tagliate finemente
• Un pizzico di zucchero
• Una manciata di squame di serpente
• Una caramella al limone
• Una goccia di veleno di tarantola
Il tutto fatto bollire in un calderone per più di due ore, fatto raffreddare per cinque minuti e servito nella tazza della colazione. Si accompagna bene con crostate all’albicocca e biscotti alle ali di mosca. Questa pozione ha la capacità di far riconoscere all’istante una bacca o un fungo velenoso rispetto ad uno commestibile. Veniva quindi fatta bere a giovani streghe e maghi per insegnare loro a distinguerli.



Vocabolario (Fonte Treccani):
MURIDI: Famiglia di mammiferi roditori, che comprende circa 100 generi tra cui i topi e i ratti, con specie diffuse in tutte le regioni temperate.
ESOSCHELETRO: Scheletro esterno, funzionante come una corazza, caratteristico degli Artropodi, di cui fanno parte anche insetti e crostacei.
ARTROPODI: Animali invertebrati provvisti di uno scheletro esterno, chiamato esoscheletro. La parola artropode deriva dal greco e significa “che ha zampe articolate”.
TASSIDERMIZZATO (Tassidermia): tecnica di preparazione delle pelli degli animali in modo da poterle conservare e montare su un manichino che riproduca l’aspetto e l’atteggiamento degli animali vivi.
DESMODONTIDI: Famiglia di pipistrelli proprî dell’America intertropicale; ne fanno parte i cosiddetti vampiri, o «succhiatori di sangue», i quali, attivi al crepuscolo e in piena notte, succhiano il sangue degli animali e anche dell’uomo, ferendo leggermente la cute con i denti incisivi; la ferita e la perdita di sangue non provocano mai danni gravi all’organismo, che può essere invece danneggiato seriamente dall’introduzione tramite il morso di microrganismi e di agenti patogeni (virus, batteri) di varie malattie.