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Gigantismo e riscaldamento globale
Al Museo di Geologia e Paleontologia il più grande esemplare conosciuto di ciprea fossile
a cura di Mariagabriella Fornasiero e Luca Giusberti
A partire da una conchiglia fossile conservata al Museo di Geologia e Paleontologia patavino, un recente studio pubblicato sulla rivista internazionale “Scientific Reports” apre a nuove conoscenze sul fenomeno del gigantismo in natura e sulle conseguenze del riscaldamento globale. Due degli autori riassumono per noi i risultati dell’importante ricerca, che ha visto collaborare specialisti dell’Università di Padova e del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo di Firenze.
Le cipree sono le conchiglie da collezione per antonomasia: presentano colori vivaci e esteticamente piacevoli. Questi molluschi vivono di preferenza nei mari tropicali e se ne conoscono centinaia di specie viventi. Una quindicina di anni or sono, in una cava sita presso il paese di Possagno (in provincia di Treviso), un appassionato paleontofilo, il sig. Bruno Bizzotto di Treviso, ha rinvenuto una conchiglia fossile lunga ben 33 cm. Si tratta della più grande ciprea in assoluto, che stacca di gran lunga tutte le concorrenti, visto che la più grande tra quelle viventi è lunga circa 13 cm e il record tra le fossili era finora di 28 cm. Il prezioso esemplare costituisce fra l’altro una nuova specie di ciprea fossile (Vicetia bizzottoi), risalente a un intervallo di tempo compreso tra 38 e 34 milioni di anni (Eocene superiore), ed è caratterizzata da notevoli e particolarissime protuberanze del guscio.
Dopo i necessari restauri, il prezioso esemplare è stato dato in deposito al Museo di Geologia e Paleontologia patavino che, oltre ad occuparsi della sua conservazione, si è impegnato anche a promuoverne lo studio e la valorizzazione all’interno di un progetto di revisione delle faune a molluschi fossili dell’Eocene del Veneto, diretto dall’Università di Firenze in collaborazione con l’Università di Padova.
Confrontando le collezioni di cipree presenti nel Museo di Storia Naturale dell’Ateneo fiorentino e quelle di Padova e paragonando questi dati con quelli della letteratura scientifica, gli studiosi coordinati dal prof. Stefano Dominici hanno così scoperto che il gigantismo è comparso più volte nell’evoluzione delle cipree, in particolare in acque più profonde o comunque più fredde, dove l’ossigeno si scioglie in quantità maggiore. Tale fenomeno, già verificato in tanti animali marini viventi e spiegato dalla cosiddetta «Regola di Bergmann», finora era stato solo raramente dimostrato su base paleontologica. La ricerca apre quindi importanti scenari di ricerca anche sulle conseguenze del riscaldamento globale. Se al diminuire della temperatura gli individui aumentano le dimensioni, questi diventano maturi più tardi e vivono più a lungo; al contrario, con l'aumentare della temperatura, essi vanno incontro alla diminuzione delle dimensioni massime. Pertanto uno dei possibili effetti del cambiamento climatico in atto sarà il maggior rischio di estinzione per i giganti del regno animale.
Stefano Dominici (Museo di Storia Naturale – Università di Firenze), Mariagabriella Fornasiero (Museo di Geologia e Paleontologia – Università di Padova) e Luca Giusberti (Dipartimento di Geoscienze – Università di Padova), The largest known cowrie and the iterative evolution of giant cypraeid gastropods, «Scientific Reports» 2020
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