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Things I found nelle viscere

il percorso espositivo ed eventi con l'artista Camilla Pontiggia

 

Il Museo di geografia è lieto di invitarvi a prendere parte ad un progetto artistico intitolato Things I Found nelle viscere, il quale consente ai visitatori di condividere l’esperienza di ‘rimanere accanto’ all’artista Camilla Pontiggia.

Il 31 maggio alle 18:30 verrà inaugurato il percorso espositivo con una serata di performance che darà modo di condividere storie attraverso il lavoro a maglia, il ricamo, il cibo e il suono. Vi sarà poi modo di far filò con l'artistadomenica 2 e 9 giugno, tra le 14:30 e le 18:30 e, venerdì 7 giugno alle ore 18, di ripensare i nostri modi di conoscere, essere, fare e resistere, grazie al dialogo tra l'artista e la prof.ssa Mariasole Pepa (in inglese).

Come è stato spiegato a Camilla da una anziana della Valsabbia, far filò descrive il raduno di donne che lavoravano a maglia mentre si raccontavano storie delle proprie vite. Ispirato da questo incontrarsi incentrato sul lento lavoro manuale, l‘artista offre uno spazio ai visitatori per portare con sé i loro progetti creativi e/o di sedersi con lei nelle viscere per far filò.

Things I Found nelle viscere, è un percorso espositivo che parte dalla Valsabbia per arrivare nell’emisfero australe, a Johannesburg in Sudafrica. Il viaggio non è di solo andata: chiede un ritorno, una restituzione. È quanto avviene con questa mostra, che cuce ‒ attraverso il filo della memoria ‒ storie e luoghi: questo filo diventa l’occasione per fare filò tra i continenti, per chiacchierare intorno ad un tè su ciò che eravamo, siamo e possiamo diventare. L’artista italo-sudafricana parte dalle sue esperienze di donna bianca immigrata bambina in Sudafrica e lì cresciuta, senza mai staccare la connessione con la valle della sua famiglia, a migliaia di chilometri di distanza. L’artista indaga il superamento del colonialismo, sia nelle sue vicende personali che nelle storie dei due paesi di cui si sente parte. Il tentativo perseguito da Camilla Pontiggia è di evidenziare i pesanti retaggi, palesi o nascosti, dell’approccio colonialista e imperialista ancora attivi tanto in Italia come in Sudafrica.

L’intervento centrale di Things I Found nelle viscere è una trasposizione tessile (ed il suo successivo disfacimento) del primo atlante moderno (1570), il Theatrum Orbis Terrarum (Teatro del Mondo) del cartografo fiammingo Abraham Ortelius . Seguendo un approccio decoloniale, l’artista considera questa raccolta cartografica come parte essenziale della ridefinizione coloniale del mondo praticata dall'Europa in età moderna. Tramite una serie di installazioni e performance transdisciplinari che combinano il lavoro a maglia, il ricamo, il cibo e il suono, l’artista condivide le storie delle sue indagini sul colonialismo e sui suoi esiti. Nel pensiero di Camilla Pontiggia, l’atto di ‘rimanere accanto’ alle sensazioni viscerali e scomode che ne risultano, può diventare un atto decoloniale e politico volto a svelare il progetto di appropriazione dell’alterità che ancora oggi ci accompagna.

La partecipazione all'inaugurazione e alle performance domenicali è ad accesso libero e gratuito.

 

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