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Rephotography sui Colli Euganei
Una nuova "missione" del Museo di Geografia
Una nuova missione del Museo di Geografia! Dal nostro archivio riemergono le foto dei Colli Euganei di circa cent’anni fa che innescano un’appassionante iniziativa di Rephotography:
da domenica 1 agosto per due settimane, il Museo di Geografia pubblicherà sui propri canali Facebook e Instagram 13 fotografie dei Colli Euganei scattate circa cent'anni fa da uno dei docenti universitari che allora insegnavano presso l'allora Istituto di Geografia Fisica dell'Università di Padova (presumibilmente il prof. Bruno Castiglioni).
Questa iniziativa è rivolta ad appassionati e professionisti interessati a rifotografare gli stessi luoghi, dallo stesso punto di vista, cent'anni più tardi.
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La peculiare geografia e la straordinaria biodiversità botanica e faunistica che caratterizza i Colli Euganei è strettamente collegata alla loro storia geologica. Questa venne finemente rappresentata nel plastico realizzato nel 1900 da Giuseppe Stegagno, brillante studente di Scienze Naturali dell’Università di Padova, nell’ambito del suo lavoro di tesi, dal titolo “Osservazioni e studi sui Colli Euganei”.
Questo plastico, di cui un esemplare è conservato al Museo di Geografia e un altro al Museo di Geologia e Paleontologia, è oggi al centro di uno studio mirato ad approfondire la mobilità quale chiave di lettura nella ricerca sul patrimonio culturale e scientifico.
L’indagine sta permettendo di riflesso di ritrovare e ricostruire l’importanza dei Colli Euganei all’interno delle pratiche, sia didattiche che di ricerca, dei geografi che lavorarono e lavorano presso l’Università di Padova.
Dagli studi emerge infatti che i Colli furono e continuano ad essere teatro e soggetto di numerose ricerche geografiche (dagli studi altimetrici di Giovanni Marinelli del 1888, fino alle più recenti indagini svolte negli anni 2000 da Massimo De Marchi, Benedetta Castiglioni, Paolo Mozzi, Mauro Varotto e Andrea Pase) e che gli stessi rappresentarono una meta privilegiata delle escursioni didattiche padovane (a partire dalle prime escursioni di cui abbiamo notizia, negli anni Ottanta dell’Ottocento).
Durante il lavoro di ricerca Chiara Gallanti e Giovanni Donadelli, rispettivamente assegnista di ricerca e responsabile tecnico del Museo di Geografia del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, hanno avuto modo di leggere i contributi scientifici dedicati ai Colli dai geografi di Padova, consultare cartografie storiche dell’area e apprezzare alcuni scatti fotografici recenti e d’epoca, opera dagli stessi docenti.
Al fine di valorizzare il patrimonio che sta emergendo da questa indagine, il Museo di Geografia ha deciso di coinvolgere le proprie comunità di riferimento lanciando loro una proposta di open science, e più nello specifico di citizen science, a cui i singoli cittadini sono invitati a contribuire scattando delle fotografie degli stessi luoghi fotografati circa un secolo fa, possibilmente dagli stessi punti di vista.
Il Museo di Geografia non è nuovo alle operazioni di re-photography, come dimostra il volume di Giovanni Baccolo recentemente pubblicato nella collana editoriale del Museo dal titolo: Piccoli ghiacciai alpini. Sulle tracce di Bruno Castiglioni tra le Pale di San Martino.
Nel caso degli scatti che ritraggono paesaggi e scorci dei Colli Euganei la novità è che il compito (o la “missione”, come il Museo di Geografia ama definire queste operazioni di engagement) è affidato ai liberi volontari che vorranno cimentarsi nella ricerca degli stessi punti di osservazione di allora.
Il nucleo originale è composto da 13 lastre fotografiche in vetro. Le didascalie scritte a mano sul retro e le inquadrature e la tecnica non sempre impeccabili fanno immaginare che siano state realizzate dagli stessi docenti universitari a scopo descrittivo, di studio e didattico, verosimilmente negli anni Venti del Novecento.
Il Museo di Geografia pubblicherà sui propri canali uno scatto al giorno, per due settimane, con l’obiettivo di attirare l’attenzione dei fotografi dilettanti e professionisti, frequentatori dei Colli, ma non solo.
L’obiettivo è quello di raccogliere sui social (e via email, all’indirizzo museo.geografia@unipd.it), uno scatto attuale per ciascuno degli scatti pubblicati. L’operazione permetterà di confrontare i paesaggi a cent’anni di distanza e di riflettere così, grazie al contributo del pubblico del Museo che frequenta, conosce e ama “i Colli”, sull’impatto fisico-antropico dell’ultimo secolo.
La partecipazione è libera. Ci si auspica che grazie al coinvolgimento di molte persone nella campagna di re-photography, sarà possibile ottenere il risultato atteso.
Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa è possibile contattarci via email (museo.geografia@unipd.it) e telefono (0498274276).