view_lista_news

view_lista_news_archivio

Giornata internazionale della donna 2020

Una fitogeografa in Tripolitania: Silvia Zenari

 

Rossella Marcucci, Conservatrice del Museo Botanico, e Mariagabriella Fornasiero, Conservatrice del Museo di Geologia e Paleontologia
Cristina Stefani, Dipartimento di Geoscienze

Nei secoli passati le donne hanno spesso raccolto fiori e piccole piante, che hanno poi fatto seccare tra le pagine di un libro come ricordo di un momento piacevole. Poche lo hanno fatto con l’idea di analizzare la flora di un territorio e, tra queste eccezioni, un posto importante spetta senz’altro a Silvia Zenari, prima studiosa di fitogeografia in Italia, una combinazione disciplinare all'epoca altamente innovativa.

Nata a Udine il 31 marzo 1895, nel 1918 Silvia conseguì la laurea a Padova in Scienze Naturali, discutendo una tesi in Geologia. Inizia quindi subito a lavorare presso l'Istituto di Geologia e Paleontologia dell'Università patavina, sotto la guida del Prof. Giorgio Dal Piaz: a lei viene affidato il rilevamento del Foglio Geologico Maniago, che sarà pubblicato nel 1928. Nel 1929 Zenari pubblicherà anche le note illustrative del foglio stesso, fino al 2008 solo foglio geologico ufficiale di riferimento per quest’area. Eccezionalmente entrambe le opere la vedono come unica autrice.

Dagli anni Trenta, mentre ricopre incarichi di docenza presso diversi licei e scuole superiori, i suoi interessi di studio si spostano sulla botanica: Silvia pubblica decide di lavori e collabora attivamente con l'Istituto universitario di Botanica.

Nell’impossibilità di pagarle le lezioni e le attività che svolge con gli studenti, l’Ateneo decide di ricompensarla, almeno in parte, comprandole le diverse decine di migliaia di piante che ogni anno, nei mesi estivi, continua a raccogliere in Alto Adige, nel Friuli occidentale e nel bellunese: esemplari attualmente conservati in Museo.

Agli inizi degli anni ’30, in concomitanza degli interessi del Regime per la Libia, Silvia è tra gli studiosi italiani che decidono di andare in Tripolitania a studiare il territorio. Durante il soggiorno in colonia, prosegue l'attività di raccolta, partendo dalla costa di Tripoli e lavorando nell'entroterra in diverse direzioni: verso Tescia e Mizda e verso Sinauen per Tgutta e Gadames. Nonostante le sfavorevoli condizioni meteorologiche, Zenari riesce a raccogliere circa 240 specie.

Rientrata in Italia, continua la sua attività collezionistica e di ricerca fino alla prematura morte, avvenuta in un tragico incidente stradale il 30 giugno 1956.

Coniugando entrambe le sue passioni, la geologia e la botanica, Silvia Zenari ha saputo offrire un ottimo esempio di multidisciplinarietà ante litteram. Dal 14 novembre 2007 è a lei intitolato il Museo Civico di Storia Naturale Pordenone.

 


In occasione della Giornata internazionale della donna 2020, i Musei dell'Ateneo di Padova aderiscono all'iniziativa #WomenInMuseums promossa da ICOM e raccontano storie di donne che, in modi diversi e a volte inaspettati, hanno contribuito alla crescita dei musei, delle loro collezioni e delle discipline di studio e di ricerca.

Scopri le altre storie