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San Teobaldo avrà di nuovo un volto

I Musei dell’Università partecipano a una ricerca sulle spoglie del Santo di Provins

 

Dopo Sant’Antonio nel 2014 e San Valentino nel 2018, ora anche San Teobaldo avrà un volto.

Teobaldo nasce nel 1033 a Provins, in Francia, da nobile famiglia. Teobaldo, come duecento anni dopo farà Francesco d’Assisi, abbandonò agi e ricchezze per dedicarsi ai poveri e iniziò peregrinando per l’Europa fino a quando giunse in Italia, a Roma, per visitare i luoghi della cristianità. Deciso ad andare in Terra Santa, sulla via verso Venezia venne assalito dai briganti e si rifugiò in una boscaglia nei pressi di Sossano, nel vicentino, dove rimase fino alla fine dei suoi giorni. Fondò una comunità di confratelli seguendo la regola camaldolese. Morì di lebbra nel 1066, a soli 33 anni, e subito il suo corpo venne portato in cattedrale a Vicenza. La canonizzazione, avvenne dopo appena sette anni dalla morte, ad opera di Papa Alessandro II. Nel 1074, il suo corpo venne spostato presso l’Abbazia della Vangadizza di Badia Polesine. Dopo l’arrivo di Napoleone in Italia, le reliquie vennero trasferite nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Badia Polesine e da allora sono custodite nell’urna in marmo di Carrara posta nell’altare a lui dedicato.

Mercoledì 26 giugno, alla presenza di una commissione canonica appositamente costituita dal Vescovo Pierantonio Pavanello, è stata aperta l’urna del Santo e si è proceduto ai primi rilievi.

Il gruppo di ricerca è formato da Nicola Carrara (Museo di Antropologia), Cinzia Scaggion, Monica Panetto, Gilberto Artioli, Alberto Zanatta (Museo di Anatomia Patologica), tutti dell’Ateneo di Padova, e Luca Bezzi di Arc-team s.r.l.

Le operazioni preliminari della ricerca sono:
Apertura dell’urna in legno, alla presenza della Commissione nominata dal Vescovo Pierantonio Pavanello
Prelievo di micro-campioni di polvere d’osso per l’analisi genetica
Studio antropologico dei resti scheletrici per la determinazione del sesso, età di morte, eventuali anomalie e patologie
Rilievo 3D delle reliquie tramite tecniche di SfM (Structure from motion) e MVS (Multiple-View
Stereovision)
Le fasi successine che si svolgeranno a Padova prevedono:
Elaborazione dei dati (processamento delle nuvole di punti 3D, unione, restituzione dei valori metrici, pulizia delle nuvole, mesh-editing e texturing)
Elaborazione della ricostruzione facciale forense con tecniche digitali (piazzamento degli indicatori dei tessuti molli in base allo studio antropologico secondo il metodo Manchester Wilkinson,
Ricostruzione del profilo con metodo Lebetinskaya, modellazione della muscolatura, modellazione della pelle, preparazione del modello base glabro; calibrazione con le fonti a disposizione, mediche antropologiche, archeologiche storiche, ecc...)
Preparazione di un'immagine ad alta definizione
Preparazione di un video 3D del viso ricostruito
Studio del DNA per definire il tipo etnico e la presenza eventuali agenti patogeni


La ricognizione del corpo di San Teobaldo è la decima nella storia e la seconda condotta dall’Ateneo di Padova, dopo quella del 1972 guidata da Cleto Corrain. Lo studio ora, oltre a dare una fisionomia al Santo che morì di lebbra nel 1066, potrebbe contribuire anche a fornire nuove informazioni sulla diffusione della malattia in Europa.

Per approfondimenti, Un volto per San Teobaldo


L’idea di ricostruire il volto di San Teobaldo di Provins è nata lo scorso anno nell’ambito delle Giornate di Studio Teobaldiane del 2018 (XII edizione), tenutesi a Saint Thibault des Vignes, in Francia e si aggiunge alle altre ricostruzioni di volti già sviluppate nel nostro Ateneo.


La ricostruzione del volto di Sant’Antonio

La ricostruzione del volto di San Valentino