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MUSEI A PORTATA DI MANO
Un laboratorio progettato “a quattro mani” per far scoprire a bambini e bambini ciechi e ipovedenti i musei e le collezioni dell’Università attraverso il tatto e il braille
Quale minerale pesa di più, tra la rosa del deserto e l’ematite? Quale bambola è più calda tra una fatta tutta di lana, e una di porcellana? Si può riconoscere un cranio umano da quello di una vacca, o di un gatto, solo con il tatto?
Guidati da queste e altre domande, lo scorso Marzo due gruppi di bambini e bambine, ragazzi e ragazze hanno potuto vedere con le proprie mani la ricchezza e varietà delle collezioni dei Musei dell’Università. Perché, parafrasando una celebre frase di Saint Exupery, possiamo dire che in fondo l’essenziale non è visibile soltanto agli occhi.
In occasione della diciassettesima giornata nazionale del Braille, i piccoli visitatori sono stati invitati ad esplorare con il tatto alcuni dei reperti che fanno parte dello straordinario patrimonio culturale della nostra Università: dal Museo della Natura e dell’Uomo al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, dal Museo Botanico al Museo di Medicina Veterinaria, ma anche al Museo dell’Educazione e al Museo Poleni.
I ragazzi e ragazze, bambini e bambine che il 12 e 14 marzo hanno vissuto questa esperienza sono ciechi o ipovedenti. Accompagnati dalle educatrici della Fondazione Robert Hollman, con le quali svolgono il percorso per sviluppare la propria autonomia, sono stati supportati in primo luogo da Lorenza Masiero, referente per le attività di accessibilità dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti-sezione di Padova e meravigliosa collaboratrice.
“Cosa può essere evidente al tatto, che la vista non restituisce completamente?”: questa è stata la domanda che ci ha guidati nell’ideare questo laboratorio. Dalla scelta dei materiali, alla stessa modalità di svolgimento del laboratorio, Lorenza ci ha guidati alla scoperta di tutte quelle informazioni sui nostri reperti che diamo spesso per scontate, non rendendoci conto che tutti, anche seppur inconsciamente, dipendiamo dal tatto per conoscere appieno la realtà che ci circonda.
Lorenza Masiero ha esplorato assieme a noi decine e decine di oggetti, per identificare quelli che potessero meglio rappresentare le nostre collezioni e, al tempo stesso, prestarsi all’esplorazione tattile. Assieme a lei abbiamo poi pensato alle domande più adatte per accompagnare e guidare l’esplorazione, e le abbiamo stampate in nero e in Braille, perchè potessero essere lette da tutti e tutte.
Con fascino e ammirazione abbiamo osservato Lorenza preparare la tavoletta Braille, con la guida disposta su due righe per inserire i punti che compongono lettere, numeri e segni diacritici. Abbiamo scoperto che il Braille si legge a rilievo, e pertanto si scrive al contrario, punzonando il retro del foglio da destra verso sinistra. Ora sappiamo anche che per cancellare una scritta Braille, bisogna appiattire i puntini.
La lunga e accurata preparazione del laboratorio è stata ripagata dall’esperienza di condividere con i giovani visitatori la meraviglia della scoperta, l’opportunità più unica che rara di toccare “pezzi da museo”, e di contribuire all’acquisizione di strategie e tecniche di indipendenza stimolando la curiosità e lo stupore.
E il maggior valore dell’esperienza, quello che ha arricchito di più chi l’ha vissuta, è stato l’averla progettata tutti assieme. Conservatori e tecnici dei Musei, che hanno messo a disposizione decine di materiali ma soprattutto tutta la propria passione nel raccontare, coinvolgere, stimolare, guidare, esplorare assieme con i visitatori. L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sempre disponibili a condividere, con generosità e umiltà, la propria esperienza, per formare gli operatori museali a saper accogliere e coinvolgere le persone con disabilità visiva. La Fondazione Robert Hollman, dove persone esperte, preparate, appassionate accompagnano i bambini e i ragazzi nella crescita verso una vita indipendente.
Il maggior valore dell’esperienza viene dalla co-progettazione, dall’imparare gli uni dagli altri e dall’imparare assieme.
I laboratori di marzo sono stati un’esperienza sicuramente perfettibile, ma altrettanto sicuramente sono stati solamente la prima edizione di una esperienza da far crescere e condividere.
Il Gruppo di Lavoro "Accessibilità e Inclusione"