La luna la terrò chiara liquida e cobaltina

Il CAM ricorda il 50° anniversario dello sbarco sulla Luna

 

 

"Ciononostante desidero che dall'opera spiri soprattutto quell'aura poetica che viene all'uomo dall'osservazione degli astri".
Ferruccio Ferrazzi a Carlo Anti
Casalaccio di Tivoli, 28 luglio 1940


Nel 1941 il pittore romano Ferruccio Ferrazzi è chiamato dal rettore dell'Università di Padova Carlo Anti a decorare una delle pareti della Sala di lauree della Facoltà di Scienze a Palazzo Bo. Con la tecnica dell'encausto, Ferrazzi ritrae Galileo Galilei, che insegnò matematica a Padova tra il 1592 e il 1610, intento a studiare il cielo con un cannocchiale. Sotto di lui, varie figure dialogano disposte attorno a un tavolo. Le due donne sulla sinistra, una anziana e l'altra giovane, rappresentano rispettivamente l'Astrologia e la moderna scienza astronomica. Sulla destra, si distingue la forma del nuovissimo Osservatorio astronomico di Asiago, fondato proprio nel 1942 con l'inaugurazione del telescopio Galileo, all'epoca il più grande in Europa: grazie anche alle nuove possibilità di osservazione offerte dal suo specchio primario, del diametro di ben 122 cm, in brevissimo tempo l’Osservatorio di Asiago si distinse a livello internazionale, soprattutto per gli studi sui fenomeni di variabilità stellare.

Dal 1609, quando il grande scienziato rivolse il suo telescopio al nostro satellite rivelandone, per la prima volta, la vera natura.
Ai contributi di tanti docenti e ricercatori patavini impegnati nei secoli successivi nell'osservazione e lo studio degli astri, che hanno portato alla scoperta di altre Lune, anche al di fuori del nostro sistema solare.
Fino ai recentissimi studi sull'esosfera lunare condotti da un team di planetologi padovani.

Da oltre quattro secoli la ricerca scientifica prosegue a Padova il suo corso. Un piccolo (grande) passo dopo l'altro.

"Troverete in rapporto alla parte che raffigura la cosmogonia antica col gruppo dell'astrologia, delle mie visioni, più che non siano i noti segni dello zodiaco. Ma da questi prendo lo spunto per un'apparizione dell'Italia nel giovanetto con la bilancia sulla costellazione dello scorpione: una figura d'Icaro ecc. Però l'idea l'ho vista da pittore, cioè prima come spazi e ordine. Così mi è piaciuto in un tema vasto e complesso ed astratto, quale il mondo astronomico, di aggiungere note umane e commosse, quale il fanciullo che si avvicina alla madre che ascolta e attende i segni, e l'altro della scuola di Galileo, o la figura isolata sulla scala che riguarda il ciclo dell'eclisse del sole. La luna la terrò chiara liquida e cobaltina, come certe ore dell'alba lunare. Tutti i corpi sia umani o le architetture sono come sospesi in questo immenso spazio, e sono loro stessi parte degli astri. E questo lo raggiungo con levità del loro peso, e con l'armonia tra loro".
Ferruccio Ferrazzi a Carlo Anti, Tivoli, 9 luglio 1940



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