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Giornata internazionale della donna 2020
Le paleodonne: una “foto di famiglia”
Nicola Carrara, Conservatore del Museo di Antropologia
Ci sono delle figure femminili note eppure poco conosciute. Chi era la Lucy studiata da tutti sui libri di scuola? Molti diranno: un australopiteco! Qualcuno dirà anche: un afarensis!
“Lucy” è il nome comune del fossile AL 288-1, esemplare femminile adulto di circa 25 anni di Australopithecus afarensis. Scoperto da Donald Johanson e Tom Gray nel 1974 a Hadar (Etiopia), questo ominino vecchio di 3.2 milioni di anni testimonia una tappa fondamentale della storia evolutiva umana. Le caratteristiche del bacino e degli arti inferiori richiamano quelli dell’uomo moderno e non vi è dubbio che fosse bipede, sebbene meglio adattata alla camminata piuttosto che alla corsa. Al tempo stesso la robustezza delle mascelle e la capacità cranica limitata (375-550 cc) rimandano a tempi più profondi, a foreste lussureggianti e a nostri antenati – nostri nel senso di noi uomini moderni e di Lucy – più simili alle attuali scimmie antropomorfe.
Altri fossili femminili rappresentano punti nodali nella comprensione dell’evoluzione del genere umano: Mrs. Ples (Australopithecus africanus) trovata in Sudafrica; Mzia (Homo georgicus), la più antica europea (1.85 milioni di anni) scoperta in Georgia; la “hobbit” dell’isola indonesiana di Flores (Homo floresiensis), esempio incredibile di specie umana nana.
Nel 2015 in occasione della mostra “Facce. I molti volti della storia umana”, il Museo di Antropologia, partendo dai calchi dei rispettivi crani, ha ricostruito le fattezze dei volti di questi tre fossili, come parte di una grande foto di famiglia dei nostri antenati.
Il viso di Lucy possiamo solo immaginarlo, perché i resti estremamente danneggiati del cranio non permettono una ricostruzione attendibile. Eppure, il suo nome ha lasciato a noi, prima bambine e bambini e poi donne e uomini, il sogno di una notte stellata in una landa desolata africana con una radio sgangherata che suona le note psichedeliche di Lucy in the sky with diamonds.
In occasione della Giornata internazionale della donna 2020, i Musei dell'Ateneo di Padova aderiscono all'iniziativa #WomenInMuseums promossa da ICOM e raccontano storie di donne che, in modi diversi e a volte inaspettati, hanno contribuito alla crescita dei musei, delle loro collezioni e delle discipline di studio e di ricerca.