MUSEO DI ZOOLOGIA

La collezione aracnologica di Giovanni Canestrini

 

Negli anni successivi alla morte di Giovanni Canestrini la collezione aracnologica del Museo vide alternarsi periodi d’incuria fino alla seconda metà del '900 quando fu recuperata dal professor Giorgio Marcuzzi (1919-2010). In questi anni furono incorporate esigue raccolte di scorpioni, opilioni e pseudoscorpioni, alcuni di questi ultimi descritti da Max Beier (1952).
Il materiale è attualmente oggetto di studio e catalogazione e consta di oltre un migliaio di campioni conservati in etanolo a cui si aggiungono oltre 400 preparati microscopici.


Ordine Araenae

Giovanni Canestrini e Pietro Pavesi pubblicano nel 1868 Araneidi italiani e nel 1870 Catalogo sistematico degli Araneidi italiani, le prime opere dedicate alla fauna araneologica italiana nel suo complesso. Le loro collezioni costituiscono le fondamenta della storia dell’araneologia nel nostro Paese. In totale, Canestrini descrisse 38 nuove specie di ragni italiani. Gran parte del materiale in collezione è di origine italiana oltre a esemplari frutto di scambi fra Canestrini e altri illustri aracnologi dell’epoca, tra cui L. Koch e T. Thorell. Sono presenti molti esemplari tipici, precedentemente considerati dispersi.


Ordini Pseudoscorpiones, Scorpiones & Solifugae

La produzione chernetologica di Giovanni Canestrini si colloca tra il 1876 e il 1885. La sintesi delle conoscenze sulle specie italiane dell’ordine venne da lui pubblicata nel 1883, 1884 e 1885, rispettivamente nei fascicoli VII, X e XIX della monumentale opera Acari, Myriapoda et Scorpiones hucusque in Italia reperta del suo allievo Antonio Berlese. L’esame dei 407 esemplari di Pseudoscorpioni della Collezione Canestrini, ha consentito di controllare buona parte delle determinazioni originali.
Il materiale raccolto nel '900 e descritto da Beier (1952) è in corso di revisione. Buona parte di questo materiale risulta disperso.


Ordine Opiliones

Gli opilioni, tutti del paleartico, sono stati revisionati quasi interamente da Chemini nel 1986, con la designazione di lectotipi e paralectotipi relativi alle specie descritte da Canestrini. La collezione è stata recuperata nel 2015 dal Museo di Trento (MUSE), dove si trovava in prestito dagli anni ‘80 per motivi di studio. Consta di 122 campioni in etanolo.


Acaroteca Canestrini

Giovanni Canestrini fu uno dei padri dell'acarologia internazionale. A lui si deve il Prospetto dell'acarofauna italiana (1888) e la descrizione di numerose specie, a livello globale, assieme all'allievo Antonio Berlese. L'acaroteca consta oggi di 460 campioni conservati in etanolo e oltre 400 preparati microscopici, solo in parte rivisti. Recentemente, alcuni campioni sono stati oggetto di studio da parte dell’acarologo canadese Beaulieu (Beaulieu et al., 2015).